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Introduzione al progetto e modulo didattico della studentessa Marzia Tomasi, del Corso di Laurea Specialistica in Scienze Pedagogiche dell'Ateneo di Verona. La relazione studia un caso di insegnamento di informatica rivolto ad un bambino con sindrome di down. L'intervento è stato svolto all'interno delle attività educative di "Orizzonti onlus" di Guidizzolo, Mantova.

Una frase tratta dal documento: "Il soggetto a cui ho rivolto il progetto “Un regno fantastico…a scuola” è un ragazzino di 12 anni affetto da sindrome di down. L’alunno frequenta il primo anno della scuola secondaria di primo grado ma il suo livello cognitivo è stato attestato tra i 6 e 7 anni cioè l’età della prima elementare..."

Quindi si può affrontare la sfida: insegnare l'informatica ai soggetti (bambini o adulti) con disabilità e con bisogni educativi speciali. Esempi da cui partire sono senz'altro i contributi dei miei amici William Bertozzo, il Prof. Franco Larocca e Davide Salvi.

Conclude Marzia Tomasi: "Quando mi è stato chiesto di realizzare una proposta didattica di informatica per il caso che seguo ho subito pensato che per me, che di computer non me ne intendo molto, sarebbe stato particolarmente complesso. Non sapevo bene come dovevo muovermi in un mondo che conosco così poco, poi però prendendo spunto proprio dal libro e tenuto conto di alcuni semplici suggerimenti, ho pensato che anche io dovevo pensare un po’ con la testa di un bambino, in modo semplice e creativo. Così ho puntato sugli interessi del caso che seguo ed ho cercato da qui di proporre attività alternative, con materiali e strumenti diversi: cartelloni, tempere, cartoncini, figurine,….

Quando poi ho visto giorno dopo giorno l’attenzione che il ragazzo prestava al mio progetto ho capito che bisogna proprio partire dalle potenzialità e dagli interessi di chi ci sta di fronte, senza voler pensare sempre “da grande”. Il lavoro sicuramente è piaciuto in quanto si trattava di un’ attività fuori dalla solita routine ma sono contenta di pensare che forse anche il modo in cui è stato proposto può avere avuto la sua importanza. Come accennato negli obiettivi, un aspetto su cui ho cercato di puntare è stata la possibilità di usare il lavoro anche per migliorare la socialità del soggetto con i suoi compagni e questo, nei limiti, si è realizzato: essi infatti, incuriositi, in diverse occasioni hanno chiesto al ragazzo che cosa stesse facendo e poi, a lavoro finito, si sono complimentati con lui.

Anche alcuni insegnanti si sono compiaciuti dell’impegno mostrato dall’alunno per questa attività chiedendogli informazioni su quanto fatto. Il ragazzo si è dimostrato molto orgoglioso del proprio lavoro, maneggiava il materiale con molta cura, era geloso se qualcuno lo toccava, ma sempre senza manifestare aggressione. Anche tutti questi aspetti sono stati per me particolarmente significativi."

Breve storia e risultati dell'apprendimento (file da circa 4 MB) svolto con il bambino.

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